Dire che piove sul bagnato in questi casi può sembrare banale e scontato, ma da perfettamente l’idea di quello che sta accadendo. Dopo che il crollo del parapetto del ponte di San Giuliano sull’Alcantara domenica scorsa ha divelto la condotta idrica proveniente dalla sorgente di San Giacomo, creando disservizi idrici nella Città, una seconda condotta è andata fuori uso, lasciando a secco le frazioni di Flascio e Murazzo Rotto. Si tratta della sorgente di “Pietre bianche” abbarbicata sui Nebrodi dove le piogge copiose hanno provocato così tante frane e smottamenti da sconvolgere l’orografia del territorio. Una di queste frane particolarmente profonda in contrada Roccabellia ha, infatti, trascinato a valle circa 30 metri della condotta idrica interrata aggravando la crisi idrica nell’abitato. Arrivare a Roccabellia però in questo momento è impossibile, perché le strade rurali sono state divorate dalle frane e il terreno è inzuppato, impervio e pericoloso. Così il sindaco, Francesco Sgroi, ha lanciato l’allarme, rivolgendosi alla Prefettura di Catania che ha inviato la brigata Aosta IV reggimento Genio guastatori di Palermo dell’Esercito italiano. «Devo –ha affermato il sindaco – ringraziare il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, e la dottoressa Giuffrè che, attraverso la sala operativa della Protezione civile, hanno consentito l’arrivo a Randazzo dell’Esercito. Dopo i danni e i disagi dei giorni scorsi in alcune zone della cittadina come Flascio, Murazzo Rotto e via Pozzo, dove le strade sono state interrotte dall’acqua e dal fango. «Dopo che famiglie ed aziende sono rimaste isolate costringendoci a mobilitare in somma urgenza i mezzi meccanici delle imprese Mazza e D’Amico e dopo che una condotta idrica è stata divelta dal crollo del parapetto del ponte sull’Alcantara, ieri siamo stati costretti ad affrontare l’ennesima criticità. Grave, se vogliamo perché in contrada Roccabellia una frana ha spazzato via un tratto della condotta che proviene da Pietre Bianche».
Ed allora a Randazzo sono arrivati i militari con tanto di ruspe e caterpillar. Il compito loro assegnato era quello di raggiungere la zona sui Nebrodi dove è stata tranciata la condotta è ricostruire una viabilità rurale che, nei fatti, non esiste più. E così dopo un breve briefing, la carovana si è mossa da via Pozzo verso i Nebrodi. «Io sono andato con loro e non è stato facile – aggiunge Sgroi – Ad un certo punto siamo stati costretti a fermarci e proseguire a piedi. La strada non esisteva più ed io che frequento spesso queste zone, ho stentato a riconoscerle. A piedi abbiamo raggiunto l’esatto punto dove la condotta è stata trascinata a valle. Dove un tempo la tubazione era sotterranea adesso c’è una voragine enorme. Fortunatamente da un pozzetto in cemento della stessa condotta idrica l’acqua potabile fuoriesce copiosa, segno che a monte questa è ancora integra».
Adesso l’Esercito dovrà ricostruire una possibile viabilità in sicurezza per consentire ai tecnici di ricollegare la condotta e ridare acqua alle 2 frazioni: «Il geometra Mavica – spiega Sgroi – ha già in mente come fare. Intende realizzare un collegamento aereo fra i 2 pozzetti. Questo ci aiuterà nel caso in cui con le piogge che purtroppo attendiamo il terreno dovesse scivolare ulteriormente». Si lavora ancora anche sul ponte di San Giuliano. La tubatura trascinata sul greto dalla caduta del parapetto è già stata sostituita. Va però messa bene in asse: «Qualche ora ancora –conclude il sindaco –. Già abbiamo collegato per un po’ la nuova condotta. Bisognerà però ottimizzare il lavoro prima di dire che è completo. Presto nel centro storico quindi l’erogazione idrica tornerà normale. Facciamo in modo di limitare al minimo i disagi anche a Flascio e Murazzo Rotto nella speranza che il ciclone previsto non sia poi così cattivo come si teme». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 29-10-2021