Solo nuovo asfalto e, se necessario, la sistemazione dei muretti e il consolidamento di eventuali frane nel tratto Randazzo – Piedimonte della SS 120. Solo questo ha previsto l’Anas per migliorare la viabilità lungo l’arteria stradale che collega Taormina con il Parco dell’Etna. Dopo l’abbandono del progetto di una nuova strada, considerato troppo costoso, i pendolari del versante nord dell’Etna speravano che con i fondi dell’Apq (Accordo di programma quadro) si riuscisse a progettare l’eliminazione di qualcuna delle oltre 153 curve o cambi di direzione che il tracciato registra fra Randazzo e Fiumefreddo o che si riuscisse a costruire qualche circonvallazione che superasse almeno i centri abitati più affollati. Niente, niente di tutto questo. Dopo decenni di abbandono, dibattiti proposte e proteste dei residenti, il tratto finale della Ss 120 rimarrà quello di sempre, pieno di curve e con troppi centri abitati e passaggi a livello da attaversare. La fonte delle nostre notizie è più che attendibile. Si tratta dell’assessorato regionale alle Infrastrutture che ci dice che, dall’Apq, per il tratto finale della Ss 120 sono previsti fondi per 6 milioni di euro da investire nel tratto Cesarò Piedimonte per i lavori che abbiamo elencato. Inoltre, ci dice pure che per tutto il resto della Statale fino a Cerda, anch’esso disagiato, è prevista la progettazione sempre e solo di pavimentazione e messa in sicurezza di frane e muretti. Eppure la Ss 120 è una delle strade più importanti dell’entroterra siciliano che collega quattro parchi naturali. Tornando al tratto Randazzo – Fiumefreddo, quindi, rimarrà con tutte le pericolose intersezioni con miriadi di strade rurali che rendono il transito pericoloso e bisognerà sempre attraversare le frazioni di Montelaguardia, Passopisciaro, Solicchiata e Rovittello, rimanere spesso bloccati a Linguaglossa e Piedimonte e attraversare i quattro passaggi a livello dei trenini della Fce. che guai a trovarli chiusi. Per i Comuni montani come Randazzo, Maletto, S. Domenica Vittoria o Floresta che pensavano di avvicinare la costa jonica con una viabilità migliore una pesante sconfitta. Da Linguaglossa in poi tutto sommato allo svincolo dell’autostrada A 18 ci si arriva in 15 minuti. L’unica notizi buona e che, come ci ha annunciato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Luigi Bosco, che fra qualche giorno il ministero dovrebbe porre l’ultima firma necessaria a sbloccare i fondi e che quindi ci sarebbero buone possibilità di far partire presto i cantieri, ma chi in futuro vorrà sviluppare l’economia turistica nei Comuni montani dell’Etna, dovrà sempre fare i conti con i problemi provocati da una viabilità anacronistica. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 27-07-2017