Niente, niente, assolutamente niente. Da mesi nessuna notizia sul progetto di ammodernamento dell’Anas del tratto Randazzo-Fiumefreddo, della Ss 120. Secondo il cronoprogramma che l’Anas ha inviato nel marzo del 2013 all’allora sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, la progettazione della nuova arteria doveva essere completata in 11 mesi, ma nonostante le nostre continue telefonate e mail, non siamo riusciti a sapere se l’elaborato tecnico è stato completato o meno. Eppure la gente aspetta e chiede di sapere. La stessa gente ricorda che nell’ottobre scorso il lavoro dei progettisti sembrava procedere speditamente, tant’è che furono resi pubblici i costi della possibile nuova strada. Più o meno 330 milioni di euro utili per eliminare le quasi 150 curve o cambi di direzione, i passaggi a livello con la ferrovia Circumetnea, non attraversare più i centri abitati, superare più agevolmente le pendenze fra Fiumefreddo e Piedimonte Etneo e rendere il tracciato certamente più sicuro, senza le tante intersezioni con le strade rurali. Da allora però, nessuna notizia. Inutili le telefonate nostre per sapere se il progetto è stato completato come da crono programma e, udite udite, inutili anche quelle del sindaco di Randazzo, Michele Mangione, che ci dice di avere anche lui provato invano di avere notizie dall’Anas. Intanto, gli automobilisti chiedono notizie a noi, e noi all’ufficio stampa centrale dell’Anas che ci assicura di inviare un sollecito a chi può rispondere alle nostre domande. La mobilità in generale e da noi quella su gomma è troppo importante per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Il versante nord dell’Etna è collegato con la costa ionica con una statale che gli stessi tecnici dell’Anas, durante un sopralluogo effettuato nell’aprile del 2013, hanno detto che necessita di un intervento, perché la tortuosità del tracciato, l’attraversamento dei centri abitati, ma soprattutto il rischio di rimanere a lungo dietro i mezzi pesanti, fa sì che i tempi di percorrenza si allunghino anche a quasi un’ora per coprire appena 30 chilometri. Soprattutto per questo, la gente e i tanti automobilisti che da decenni aspettano che la costa si «avvicini» alla montagna, ritengono sia un loro diritto sapere a che punto è l’iter di questo progetto.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 18-07-2014