Chiunque, dalla riviera ionica, abbia deciso di avventurarsi attraverso la valle del fiume Alcantara fino a Randazzo, non è mai rimasto deluso. Ha sempre scoperto una città dove l’atmosfera medioevale si respira ancora, grazie alle opere d’arte che sono testimonianza di una civiltà che la vide sede di re ed imperatori, caposaldo bellico, fortezza inespugnabile nella guerra del Vespro e grande, anzi il più importante, emporio commerciale della zona che il secolo XVIII riusciva ad offrire. Da sempre bifore, viuzze e chiese sono state polo di attrazione per i turisti che adesso hanno un ulteriore modo per conoscere la storia antica ed affascinante dei monumenti principali. Grazie al modulo Pon “Monumedia per l’italiano”, infatti, gli alunni dell’Istituto comprensivo “Edmondo De Amicis”, guidati dal dirigente scolastico, Salvatore Malfitana, hanno promosso lo sviluppo dell’accoglienza turistica, creando, più che un percorso, una vera e propria “mostra digitale” dei principali monumenti, patrimonio artistico culturale che ancora oggi narra al turista ammirato le storie di Re e Regine, di dominazioni gloriose succedutesi nella cittadina medievale. Il progetto, ideato dalla prof.ssa Maria Cinzia Bruno e finanziato con i fondi strutturali europei per l’inclusione e il successo scolastico, ha realizzato interventi di potenziamento delle competenze di base della lingua italiana mediante l’uso delle nuove tecnologie informatiche, e in particolare il “Q R Code”, il codice a barre che viene ormai utilizzato nei pannelli informativi delle città storiche. Gli alunni delle classi prime e seconde, infatti, per mesi hanno curato 7 monumenti (Porta Aragonese, Pugliese e San Martino, Monastero di San Giorgio, Rannazzu vecchiu e Campanile di San Martino), realizzando un pannello con il “Q R Code”, già istallato dal Comune di Randazzo. Così adesso chiunque inquadri con lo smartphone o con il tablet il pannello realizzato dagli alunni si collega alla pagina web della scuola trovando tutte le informazioni necessarie sia in lingua italiana sia, grazie al prof. Marcello Diolosà, in inglese. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 05-02-2019