L’Etna patrimonio dell’Unesco in verità sembra più “proprietà” dei piromani. Ettari di macchia mediterranea ieri pomeriggio sono andati in fumo a Randazzo, ogni giorno colpito dall’azione degli incendiari che sembrano intenzionati ad annerire l’intero versante. Dopo l’incendio, disastroso, del 4 agosto scorso, ieri il fuoco si è impadronito di buona parte della contrade Marzalora, Malaterra e Chiusa Politi, tutte collegate dalla strada provinciale “Quota 1000” e confinanti con quelle già bruciate, come se chi ha appiccato il fuoco volesse completare l’opera. L’allarme è stato lanciato intorno le 13 in contrada Malaterra dove una colonna di fumo nera si è improvvisamente alzata. Sembrava un incendio controllabile, invece, alle 14,30, si è scatenato l’inferno. Il fronte del fuoco ha preso velocità alimentato da un vento che ha spinto il fumo verso est, proprio in direzione di un noto agriturismo, dove alcuni turisti stavano tranquillamente trascorrendo una giornata di relax. Allora sono arrivati i canadair , un elicottero dei Vigili del fuoco a dare manforte alla Guardia forestale. “Fortunatamente è andato tutto bene, – ci dice il titolare dell’agriturismo Enzo Spartà – ma il fuoco ci ha accerchiato ed abbiamo visto le fiamme molto da vicino. Fra gli ospiti c’erano dei bambini che ovviamente si sono spaventati. Io stesso ho consigliato loro di andar via. Ogni estate viviamo nel panico. – conclude – Fortunatamente il ristornate era chiuso altrimenti sarebbe stato peggio, ma permettetemi di ringraziare Vigili del Fuoco e Guardia forestale, da quando sono arrivati sono stati encomiabili”. Qualche ospite però è rimasto per nulla impaurito come Mario Zingaro in vacanza da Caserta e Davide Manno di Trecastagni: “L’agriturismo è ben pulito ben oltre i confini il fuoco non poteva arrivare. – afferma quest’ultimo – E’ arrivato fumo e fuliggine, ma alcuni di noi hanno continuato a fare tranquillamente il bagno in piscina”. La gente però è stanca. Alcuni proprietari dei terreni raggiunti o circondati dal fuoco, si sono radunati sulla provinciale quota 1000, dove la Polizia municipale ha interdetto il transito. “La mia campagna con la casa – ci dice Gino Guidotto – ogni anno è percorsa dal fuoco, ed i colpevoli non vengono acciuffati mai. Che senso ha avere una squadra antincendio che poi giustamente non può avvicinarsi al fuoco a causa del vento, facciamogli fare prevenzione e ripulire i terreni resi irraggiungibili dai rovi. Adesso – continua – mi arriverà pure la multa. Mi diranno che il fuoco è arrivato perché non ho pulito il mio terreno, ma non è vero: in fiamme sono andate le ginestre che la legge mi impedisce di tagliare”. Appena il fumo tende a diradarsi i proprietari dei terreni alla spicciolata arrivano e guardano se vi sono danni.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 07-08-2014