Il Consiglio comunale di Randazzo ha approvato a maggioranza il piano di riequilibrio economico finanziario. Circa 7 milioni di euro da appianare in 10 anni. Un provvedimento considerato da tanti una soluzione rispetto al dissesto, ma che l’opposizione al Sindaco Michele Mangione contesta nei contenuti e nel modo in cui è stato prodotto. Il consigliere Carmelo Giarrizzo, infatti, in un documento fa un excursus su come ci si è arrivati, contestando diversi aspetti. “Il sindaco il 26 ottobre – afferma – è andato a Roma per farsi spiegare la procedura. Troppo in ritardo. Così il deposito delle proposte è avvenuto il 3 novembre. Se consideriamo che il parere del revisore è arrivato il 16 e che i consiglieri necessitano di 10 giorni per esaminare gli atti, è arrivato tardi. Eppure noi consiglieri avevamo chiesto di avere tempo per decidere. Ma oltre a ciò – continua – di fronte a uscite certe ci sono entrate ipotetiche. L’unico dato certo è quello del risparmio sul personale che va in pensione. Mi chiedo, inoltre, come mai il sindaco non ha messo in atto prima le azioni di recupero, facendo in questi anni una seria lotta all’evasione, a garanzia della giustizia sociale. Che fine ha fatto il Paes (Piano energetico locale)? Questo piano – conclude – sarà una doccia fredda per i randazzesi con l’aumento dei costi di tutti i servizi a domanda individuale dal 36 al 60%”. L’Amministrazione comunale, però si difende: “Se l?Amministrazione avesse avuto la possibilità di confrontarsi meglio con il revisore dei conti avrebbe sicuramente presentato prima gli atti – replica l’assessore Gianluca Anzalone – purtroppo in questi anni non è mai stato presente, ha dialogato solo via pec. Se un consigliere avesse voluto chiedere il suo parere o presentare un emendamento, non lo ha potuto fare. Forse non ci si rende conto del momento storico – ribadisce – finalmente si sono quantificati i debiti nella nostra comunità. Fino ad oggi nessuno ha potuto o voluto farlo. Inoltre, chi ha approvato questo piano lo ha fatto con la consapevolezza di non essere il responsabile del 90%, se non addirittura del 100%, dei debiti. Per i servizi alla persona cerchiamo di far pagare chi può permetterselo, non certamente tutti. Il dissesto sarebbe stato peggio”. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 22-11-2016