Un misterioso incendio, ha interessato una villetta sita in contrada Donna Bianca a Randazzo. La struttura fa parte di un eco villaggio gestito da un giovane che ha deciso di portare a Randazzo il progetto Etna Bio Valley. È lì che nella notte tra il 29 e il 30 maggio qualcuno si sarebbe introdotto dando fuoco a quello che ha trovato. Le immagini sono eloquenti: tegole del tetto ammucchiate, travi nettamente tagliate, perfino una scala rimasta appoggiata nei pressi dell’ingresso. Ieri il giovane ha presentato una denuncia per danneggiamenti e violazione di domicilio, dopo che – tornato nella struttura – ha dovuto constatare che qualcuno ci si era introdotto nuovamente. Distruggendo gli ultimi pezzi di architravi. L’area occupata da Etna bio valley a Randazzo è grande quasi il doppio della precedente: cinque ettari di terreno, una struttura antica ma già ristrutturata, una bella stalla e il bosco tutto attorno. Un paradiso avuto in comodato d’uso gratuito per quattro anni dagli anziani proprietari, erano felicissimi che un giovane tornasse a dare vita a quella terra a cui loro erano così affezionati.
Con un gruppo di amici, all’indomani della protesta del Movimento dei forconie della crisi per la mancanza di carburante nell’Isola, decide di mettere in piedi un villaggio eco-sostenibile. Basato sull’autoproduzione, il biologico e il lavoro collettivo. Un sogno reso possibile da un primo terreno di quasi tre ettari, messo a disposizione di un progetto ancora acerbo. E che negli anni, però, ha preso forma. Finché non si è trasferito in uno spazio più grande, in cui sarebbe stato necessario fare giusto qualche lavoretto. «Lo abbiamo reso un posto più accogliente: sistemato il bagno, comprato i letti, abbiamo ripulito il palmento e piantato diversi alberi per coltivare la biodiversità del territorio dell’Etna. Un investimento di diverse migliaia di euro, per raggiungere l’obiettivo finale: «Riuscire a fare di uno stile di vita lento e aderente ai ritmi della natura il mio – aggiunge l’ideatore del progetto – Senza inseguire il bisogno di un fine settimana libero e costruendo una comunità di persone sempre diverse ma con le quali condividere un concetto simile di vita. Come una famiglia allargata. Le attività di Etna bio valley in quella zona sono cominciate a tutti gli effetti a metà maggio. Quando i documentaristi di Italia che cambia sono stati ospitati alle pendici del Vulcano. Pochi giorni dopo, è stato il turno di due giovani woofer, viaggiatrici che avevano scelto di trascorrere un periodo in Sicilia offrendo il proprio lavoro in cambio di vitto e alloggio. I vigili del fuoco di Randazzo, intervenuti sul posto, avrebbero parlato di incendio doloso. Un fatto che adesso il giovane titolare di Etna bio valley collega con l’inquietante immagine dello scheletro di una mucca rinvenuto nel bosco, all’interno del suo terreno.
Tratto da Meridonews l’articolo completo al seguente link MERIDIO