Sono di Randazzo i cinque complici dei malviventi che il 30 dicembre scorso, dopo aver costretto i titolari a consegnargli le chiavi del negozio, hanno svaligiato la gioielleria di Letojanni portando via oltre 60 mila euro di preziosi. Il 5 gennaio scorso i carabinieri avevano già arrestato 3 persone, due fratelli di Taormina e un milazzese. In sei mesi di indagine hanno chiuso il cerchio individuando tutti i componenti della banda. L’operazione di gennaio era stata denominata “Pistole d’Argento” perché c’erano anche due armi in metallo prezioso tra la refurtiva rubata al gioielliere. Sabato notte è scattato invece il blitz “Mari – Monti”. In carcere sono finiti i fratelli Alfio (32 anni) e Gianluca (28) Papotto, Samuele Rosario Lo Castro (28) e Salvatore Saddeo Crastì, 37 anni. Tutti hanno precedenti e sono considerati esperti rapinatori. Domiciliari per l’unico incensurato, Nunzio Spartà, 38 anni, accusato soltanto di aver ricettato parte della refurtiva, individuata dai militari da un “compro oro” del Catanese. Proprio i controlli a tappeto nei “compro oro” di Catania, Randazzo e dintorni hanno permesso ai militari di individuare gli altri complici dei taorminesi Andrea e Luca Lo Turco, fermati qualche giorno dopo il colpo, e del milazzese trapiantato a Letojanni, Antonio Ferrara. E’ lui secondo gli inquirenti la mente del colpo, quello che ha messo insieme i randazzesi e i due giovani fratelli di Taormina, che subito dopo il fermo hanno confessato. Le analisi dei Ris dei Carabinieri sulle impronte trovate a casa della vittima e sulla pistola 7,65 recuperata a casa di Ferrara, le intercettazioni telefoniche e i controlli a tappeto nei “compro oro” del Catanese dove la refurtiva era stata ricettata, hanno permesso ai militari di comporre l’intero quadro. E’ così che il pm Alessia Giorgianni ha chiesto e ottenuto dal Gip Antonino Genovese gli arresti degli altri cinque complici. Il 30 dicembre intorno alle 20 i coniugi Celi, genitori della titolare di una delle più importanti gioiellerie di Letojanni, avevano trovato ad attenderli nell’androne di casa quattro persone armate e col volto coperto dal passamontagna. I quattro li avevano costretti a entrare in casa e a consegnare le chiavi del negozio, poi svaligiato. Parte della refurtiva era stata recuperata dai Lo Turco, quasi mille euro di merce era stata invece ricettata da Spartà.
Alessandra Serio Fonte “La Sicilia” del 25-06-2013