Dopo i tremori sismici che hanno investito negli ultimi giorni i territori di Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano, Paternò, Bronte e Zafferana fino al capoluogo etneo, in molti hanno davanti un quadro pieno di punti interrogativi. Tra tutti tuona quello avanzato dal coordinatore dell’Usb-Vigili del Fuoco di Catania, Carmelo Barbagallo. «In caso di una emergenza terremoto o eruzione vulcanica, saremmo pronti e all’altezza di affrontare le eventuali ripercussioni?». Senza volere creare allarmismi, ma seguendo una lucida e fredda analisi, la situazione prospettata e analizzata dal coordinatore Barbagallo fa riferimento alla congettura peggiore che si possa mai verificare, ovvero un sisma di magnitudo 6.8 Richter con epicentro fuori città, come il disastro del 1693. «Di fronte a questo scenario catastrofico – vuole far riflettere Barbagallo – secondo studi accurati, sarebbero 972 gli edifici che andrebbero incontro al grado di danno più alto, ovvero il collasso, il completo sgretolamento. Non sono pochi, ma c’è di peggio. Scendendo di un solo gradino nelle categorie del rischio sismico, passando dunque al livello quattro, le abitazioni che andrebbero incontro al crollo parziale sarebbero oltre 10 mila, per l’esattezza 10mila e 380. Quasi 9mila quelle che incasserebbero danni di livello 3, ovvero lesioni gravi. Quando su questa griglia si inserisce poi l’elemento umano, le previsioni diventano più spaventose. In caso di sisma 6.8 Richter, i morti – ovviamente su un piede statistico – sarebbero 590. I feriti sarebbero, invece, quasi 1800 circa, e il numero di sfollati e senza tetto sarebbe agghiacciante: 27mila». Numeri che fanno davvero paura. «La preoccupazione aumenta – continua a evidenziare il coordinatore – se si pensa che gli edifici preposti alla sicurezza come il Comune, la Questura, la Prefettura e addirittura le stesse caserme dei vigili del fuoco sono collocate all’interno di stabili costruiti molto prima che sorgessero i cosiddetti criteri antisismici. Di rilievo sono i grafici riguardanti le condizioni strutturali di alcuni tipi di edifici, come per esempio beni monumentali, chiese, ospedali. Quanto ai monumenti, quasi l’80% del totale è composto da palazzi e chiese. Se i palazzi presentano uno stato di manutenzione medio-buono con stati fessurativi limitati e con una qualità muraria che può considerarsi generalmente accettabile, lo stesso non può dirsi per i luoghi di culto». Sullo sfondo di questo scenario, Barbagallo vuole denunciare lo stato di criticità in cui si trovano a lavorare i Vvf nell’isola. La cronica carenza di personale operativo dei vigili del fuoco e di mezzi, che affligge tutte le province della Sicilia, e in particolare quella etnea, crea grossi problemi gestionali nel soccorso urgente. Un disagio già evidenziato dall’Usb, sia a livello nazionale, che in ambito locale, che non può più passare in sordina, considerata la realtà del pericolo sisma legato alla peculiarità del territorio. Visto che in questi casi non si possono fare previsioni, ma solo prevenzione, il sindacato chiede a gran voce che vengano potenziati mezzi e uomini. SANDRA MAZZAGLIA Fonte “La Sicilia” del 12-10-2018
NUOVA SCOSSA A BRONTE s.m.)
La terra ha tremato ancora alle falde dell’Etna. L’ultima scossa, in ordine cronologico, si è verificata nella tarda serata di mercoledì, esattamente alle 23,54. A quell’ora l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di magnitudo 2.3 a due chilometri a sud da Bronte, ad una profondità di 16 chilometri. L’episodio poco avvertito dalla popolazione, ha creato tuttavia allarme tra i cittadini. Fonte “La Sicilia” del 12-10-2018