Ieri è stata una bella giornata di sole in tutti i sensi a Randazzo. La gente nei bar e nelle piazze commentava con gioia la notizia della liberazione di Marcello Rizzo, rimasto 8 giorni ostaggio di un commando di rapitori in Nigeria, dove coordinava un cantiere impegnato nella costruzione di un ponte sul Niger. Giovedì sera, appena i media hanno divulgato la notizia, tanti parenti e amici si sono subito precipitati in casa Rizzo per festeggiare e abbracciare la moglie, Angela Grillo, e i figli Salvatore ed Adriano. «Sono molto emozionata oltre che felice – ci dice la sorella Letizia, proprio sull’uscio dell’abitazione del fratello – Ma prima di dire qualcosa voglio riabbracciare mio fratello, voglio poterlo toccare. Ci siamo risvegliati da un bruttissimo incubo». Non si sa ancora quando Marcello tornerà a casa, né quali siano le tappe prima del rientro a Randazzo. Non lo sa neanche il sindaco, Michele Mangione, che vorrebbe organizzare una festa di accoglienza: «Speriamo di saperlo in tempo per organizzare qualcosa di grande – dice – Se non ho capito male però, non credo arrivi prima di domenica. Comunque è come se la città di fosse tolta di dosso un grave peso. Non solo per la famiglia Rizzo sarà un Natale bellissimo». Felice anche padre Enzo Calà, vicario foraneo e parroco della Basilica di Santa Maria, amico della famiglia Rizzo: «In questi giorni tutta la comunità randazzese ha pregato per Marcello. Ho toccato con mano la vicinanza dei parrocchiani verso la famiglia Rizzo. Ho visto persone piangere ed unirsi nell’angoscia dei familiari. La bella notizia è stata una liberazione in tutti i sensi».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 14-12-2013