Il Comune è in dissesto. E se un gruppo di politici riconducibile a “Libertà è partecipazione” punta il dito contro l’attuale Giunta guidata da Giuseppe Patorniti, quest’ultimo rimanda le accuse ai mittenti. «A soggetti esterni si è affidato di tutto e come diceva il grande Totò è la somma che fa il totale – afferma Francesco Materia, uno dei componenti “Libertà è partecipazione” – La spesa così sostenuta da un Comune di ridotte dimensioni ha contribuito a comprometterne irrimediabilmente le casse portandolo al dissesto. Ora si attende la formale dichiarazione con atto del commissario sostitutivo del Consiglio, che oltretutto costa all’Ente mille euro al mese, decaduto nel 2018 a causa delle dimissioni contestuali di 5 consiglieri di maggioranza». «Non è stata la mia Amministrazione – ribatte il sindaco Patorniti – a determinare il crack finanziario ma i governanti degli anni ’80-’90». I debiti fuori bilancio sono pari a un milione 726mila 805 scaturiti da: debiti derivanti da sentenze passate in giudicato e decreti ingiuntivi definitivi; da rivalutazione monetaria e da interessi maturati; da procedure espropriative e altri derivanti da acquisizioni di beni e servizi senza impegno di spesa.
Per evitare il collasso sono state inoltrate ai creditori proposte di transazione al fine di una migliore definizione delle posizioni pendenti ma solo pochi hanno manifestato la volontà di accettarle. «La pesantissima situazione debitoria venutasi a delineare – spiega il sindaco – comporta un irreversibile squilibrio di bilancio con conseguente impossibilità di dare copertura ai debiti fuori bilancio da riconoscere e, nel contempo, di assicurare l’erogazione dei servizi indispensabili a favore della comunità». ALESSANDRA IRACI TOBBI Fonte “La Sicilia” del 26-11-2020