Tumori cerebrali maligni, microchirurgia “da sveglio” e radiochirurgia. Su questi argomenti abbiamo intervistato il dott. Fabio Barone (Nella foto). Neurochirurgo dell’azienda ospedaliera “Cannizzaro”; 49 anni, sposato con 2 figli, ha maturato una valida esperienza.
Cosa si intende per tumore cerebrale maligno? «Il glioma è una massa, un tessuto che si sviluppa occupando uno spazio all’interno del cervello e provocando la sua alterazione; queste infiltrazioni portano l’individuo a perdere funzioni importanti; nella peggiore delle ipotesi si ha un aumento della pressione cranica che conduce alla morte».
Cosa significa prevenzione e come si attua? «Non è possibile una vera e propria prevenzione per questa patologia; si può prevenire la trasformazione di una forma ad alto grado di aggressività in una forma a basso grado solo eseguendo un trattamento chirurgico quanto più possibile radicale e precoce. Quindi si può parlare di terapia precoce anziché di diagnosi precoce».
I tumori cerebrali sono in aumento o in diminuzione. E perché? «Purtroppo in leggero aumento. La crescita riguarda i giovani; mentre prima certe forme erano presenti su over 65, oggi si parla di trentenni. Questo dato è allarmante, dovuto forse a stili di vita sbagliati, alle onde elettromagnetiche ma soprattutto all’uso di pesticidi».
Quando consiglia ai pazienti di non sottoporsi all’intervento? «Sconsiglio l’intervento quando sarebbe demolitivo e non inciderebbe sulla prognosi, è il caso del glioma diffuso (occupa gran parte degli emisferi cerebrali) noto come gliomatosi. L’alternativa è affidare il paziente all’oncologo che, con terapie farmacologiche, riuscirà a gestirlo».
Nel caso in cui la chirurgia rappresenta un approccio rischioso qual è l’alternativa? «Si opta per un trattamento meno invasivo, con un macchinario di ultima generazione il Gamma Knife Icon, che permette di convergere in un unico punto i raggi gamma in grado di rompere il dna delle cellule tumorali senza danneggiare i tessuti circostanti. Innumerevoli sono le patologie di intervento con questa tecnica».
Quali sono le novità in questo campo? «In assoluto sono riconducibili all’awake surgery (terapia da sveglio) e alla Gamma Knife, il cui macchinario si trova al “Cannizzaro”, che vanta così l’unica apparecchiatura pubblica italiana, un’altra si trova a Brescia ma in un ospedale privato. Questa unicità comporta un bacino di utenza molto vasto da regioni del Sud, come Calabria e Sardegna».
Come si pratica la microchirurgia da sveglio? «L’awake surgery si utilizza solo in caso di glioma, cioè patologie infiltranti, e per le neoplasie localizzate; per tutte quelle che si trovano in sedi cerebrali importanti per la funzione linguistica, visiva, del movimento ci consente di asportare la lesione nella massima quantità possibile, mantenendo inalterate le funzioni cerebrali. Il paziente, addormentato con anestesia totale per poi essere risvegliato, durante l’intervento, dopo la rimozione della teca cranica, interfacciandosi con il neuropsicologo che gli somministra dei test, guida la mano del neurochirurgo; sì da permettere il riconoscimento (in una frazione di secondi) di eventuali deficit al momento della loro insorgenza. Ciò consente di eseguire una stimolazione elettrica delle zone adiacenti alla neoplasia per preservarle. Successivamente il paziente sarà addormentato per essere risvegliato in terapia intensiva. Al suo risveglio il cervello sarà buio, afasico, incapace di scrivere e comprendere, perché la zona è stata spenta durante l’intervento. Nelle settimane successive riprenderà la sua piena attività». MARIA PIA RISA Fonte “La Sicilia” del 18-05-2019