LA LISTA DEGLI OSPEDALI DA CHIUDERE COL DECRETO LORENZIN IN SICILIA, 5 NELLA PROVINCIA
La nomina dei nuovi direttori generali della Sanità siciliana si arricchisce giorno dopo giorno di episodi a dir poco “pirandelliani”. Le sorprese non mancano e, nel frattempo, le aziende con gli attuali commissari straordinari sono sempre più “ingessate”. I nodi, come si suole dire, prima o poi vengono al pettine. Così, mentre la segreteria tecnica dell’assessorato alla Salute sta facendo i controlli incrociati sulla documentazione dei 16 manager nominati e che hanno passato la scorsa settimana le “forche caudine” della commissione Affari istituzionali dell’Ars, viene fuori la notizia che dopo il “caso Zappia” ci sarebbe fuori gioco anche Calogero Muscarnera, che avrebbe dovuto sedersi sulla poltrona di direttore generale dell’Asp di Enna. Muscarnera, infatti, dai controlli effettuati risulterebbe non in possesso dei cinque anni di esperienza di struttura complessa, requisito essenziale per la nomina di manager. Avrebbe raggiunto soltanto 4 anni e 10 mesi quando era in servizio all’ospedale di Sciacca. Ma non è finita. Sembra pure che nell’elenco dei 76 aspiranti manager valutati dalla speciale Commissione – che per oltre un anno ha lavorato di concerto con l’assessorato – scatti per 40 di loro la cosiddetta “inconferibilità”. «Siamo stati mesi addietro profetici quando dicevamo che nell’elenco c’erano nomi di aspiranti privi di titoli – sottolinea Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars -: l’unica cosa che vorrei consigliare al presidente Crocetta e all’assessore Borsellino è quello di allargare la platea dei nomi estendendo la scelta anche ad alcuni manager esclusi dall’elenco dei 76. In bilico ci sarebbero almeno altri cinque direttori generali nominati e che sarebbero privi di requisiti». Adesso sia Crocetta che Borsellino dovranno fare in fretta per nominare altri due nuovi manager al posto di Mario Zappia e di Calogero Muscarnera.
OSPEDALI DA CHIUDERE. Il nuovo “Patto della Salute” tra Stato e le Regioni, emanato dal ministro Beatrice Lorenzin e che dovrebbe essere sottoscritto entro la fine di giugno, prevede, tra le varie misure, la chiusura in tutta Italia di 72 ospedali con meno di 60 posti letto: 23 strutture sono in Sicilia, per un taglio di 946 posti letto. Sulla vicenda è intervenuta l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino che, com’è noto, nei mesi scorsi, nel presentare la nuova rete ospedaliera, ha predisposto contro la chiusura dei piccoli ospedali una sorta di riconversione, creando i cosiddetti ospedali riuniti. «Nessuna chiusura, ma la riqualificazione e il miglioramento dei servizi che, grazie alle risorse che si liberano dagli sprechi, vengono invece implementati, ponendo le basi per un’organizzazione in rete che vede nell’integrazione tra le funzioni ospedaliere e territoriali il principale asse portante. Il modello degli ospedali riuniti che abbiamo caratterizzato all’interno della rete risponde a questa esigenza di qualità, sicurezza delle cure e non solo di economicità. I 23 ospedali siciliani con meno di 60 posti, “messi in sicurezza” e tra loro integrati funzionalmente nell’ambito dello stesso distretto e con gli altri ospedali di riferimento, consentiranno infatti di contemperare, nel nuovo assetto, il principio dell’equità di accesso alle cure a tutti i cittadini in tutta la Regione con il principio della sostenibilità economica». Il prossimo passaggio del nuovo piano sarà con la Conferenza dei sindaci per poi concludere l’iter in Giunta regionale e nella VI commissione dell’Ars. Sul taglio previsto dalla Lorenzin, interviene anche la Federazione degli Ordini dei medici della Sicilia. I nove presidenti si sono incontrati ad Enna ed hanno chiesto un incontro, anzi, un confronto urgente con l’assessore Borsellino. I presidenti siciliani hanno approvato all’unanimità un documento, in cui chiedono all’assessore alla Salute «precise indicazioni sulle modalità operative idonee a garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini residenti, quindi le funzioni degli ospedali che saranno dismessi».
«Pur con lo spirito di collaborazione – ha dichiarato Toti Amato, presidente della Federazione degli Ordini dei medici di Sicilia – l’attuale piano solleva perplessità legate al ritardo con cui la Regione siciliana ancora non ha messo in atto la piena funzionalità della rete ospedaliera, anche attraverso la realizzazione della piattaforma necessaria allo scopo e non si è adeguata agli standard di riferimento nazionale». Intanto, ieri il presidente regionale dell’Associazione italiana ospedalità privata, Barbara Cittadini, è stata audita dalla commissione Sanità dell’Ars sempre in merito alla rimodulazione della rete ospedaliera regionale. Nel corso dell’audizione, il presidente dell’Aiop è stata costretta a ribadire, ancora una volta, le stesse criticità, di metodo e di merito, rilevate nel progetto di rete, più volte rappresentate a tutte le istituzioni regionali, che costituiscono un vulnus insuperabile. L’Aiop ha ribadito che «il progetto di rete ospedaliera regionale contiene le medesime criticità, di presupposto, formali e numeriche, già rilevate, in quanto riporta gli stessi errori materiali sui posti letto delle case di cura, dall’Associazione tempestivamente segnalati e, soprattutto, si basa sul numero di posti letto “programmati”, nel 2010, in base ad uno standard diverso, e mai attivati».
Sicilia: 23 strutture, 946 posti letto in meno
W P. O. F. lli Parlapiano a Ribera: 36 posti letto;
W P. O. M. Immacolata Longo a Mussomeli: 47 posti letto;
W P. O. Maddalena Raimondi a San Cataldo: 43 posti letto;
W P. O. Santo Stefano a Mazzarino: 25 posti letto;
W P. O. Suor Cecilia Basarocco a Niscemi: 41 posti letto;
W S. Giovanni di Dio e S. Isidoro a Giarre: 35 posti letto;
W P. O. Maria Ss. Addolorata a Biancavilla: 52 posti letto;
W P. O. Castiglione Prestianni a Bronte: 51 posti letto;
W P. O. Ss. Salvatore a Paternò: 55 posti letto;
W P. O. Basso Ragusa Militello in Val di Catania: 47 posti letto;
W P. O. M. Chiello a Piazza Armerina: 51 posti letto;
W P. O. Ferro-Capra-Branciforte a Leonforte: 57 posti letto;
W P. O. Lipari: 25 posti letto;
W P. O. Dei Bianchi Corleone: 58 posti letto;
W P. O. Madonna dell’Alto a Petralia Sottana: 38 posti letto;
W Ospedale Regina Margherita a Comiso: 46 posti letto;
W Ospedale Busacca a Scicli: 51 posti letto;
W P. O. Trigona a Noto: 54 posti letto;
W P. O. A. Rizza a Siracusa: 24 posti letto;
W Ospedale San Vito e Santo Spirito ad Alcamo: 50 posti letto;
W P. O. B. Nagar a Pantelleria: 18 posti letto;
W P. O. Abele Ajello a mazara del Vallo: 18 posti letto;
W P. O. Vittorio Emanuele III a Salemi: 24 posti letto.
Antonio Fiasconaro Fonte “La Sicilia” del 05-06-2014