Tre interventi per evitare che anche le altre due pareti del terrapieno sul tratto Bronte – Adrano della Ss 284, che pericolosamente si è abbattuto sull’asfalto la notte prima di Capodanno, facciano la stessa fine. L’Anas, infatti, ha dato incarico alla ditta che ha l’appalto per i pronto interventi, di effettuare i lavori di drenaggio delle acque sul versante superiore alla strada ed impedire così la formazione di frane che potrebbero in qualche modo spingere le pareti. Oltre a ciò l’associazione temporanea di impresa che sta realizzando i lavori di ammodernamento della statale qualche chilometro più avanti in direzione di Bronte, ha installato sul pendio della collinetta sostenuta dal terrapieno crollato delle “geogriglie”, ovvero griglie metalliche molto utilizzate dalla così detta “ingegneria naturalistica”, che conferiscono ai terreni scoscesi una resistenza così elevata da riuscire, a volte, a sostituire i muri di contenimento. Infine una terza ditta ha il compito di verificare costantemente e registrare ogni movimento e sollecitazione delle pareti rimaste in piedi. Questo, al momento dovrebbe bastare per garantire stabilità e sicurezza al transito su una strada importantissima per la viabilità nel versante nord dell’Etna, che nel luogo del crollo rimane a senso unico alternato. Intanto anche la Ferrovia Circumetnea, la cui linea ferrata passa a una decina di metri dalla parete crollata, sta adeguando il transito dei treni per evitare che il loro passaggio provochi eccessive vibrazioni al pendio. I treni, infatti, in corrispondenza della parete passeranno alla velocità di dieci chilometri l’ora. Intanto fra gli automobilisti dei paesi del versante nord dell’Etna gli interrogativi si moltiplicano. Come mai la parete del terrapieno non conteneva ferro? Gli altri terrapieni e non solo quelli del chilometro 23,5 sono sicuri? Interrogativi cui tutti si augurano si dia risposta per ridare serenità ad un transito veicolare che ogni giorno registra migliaia e migliaia di auto spostarsi dall’Etna all’area metropolitana e viceversa. Se il muro invece di cadere durante la notte, fosse venuto giù di giorno o la notte di San Silvestro, con la gente per strada ad attendere l’arrivo del nuovo anno, forse avremmo raccontato, una storia sicuramente più tragica.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 07-01-2012